Il Coronavirus Covid-19 detta legge. Come ogni virus che si rispetti non ha confini ed è preciso, rigoroso nel suo andamento. In questo momento rappresenta uno specchio molto chiaro del tipo di società in cui stiamo vivendo e di quanto negli anni siano stati abbattuti tutti i diritti di base: il primo quello alla salute. In un Paese dove centinaia sono le genti senza tetto e recluse in sovraffollamento per reati di povertà, ci ritroviamo a fare i conti con il signor virus Covid -19 che chiarisce il senso della parola SICUREZZA: salvaguardia delle persone in termini di servizi pubblici adeguati e funzionanti, diritto alla salute, diritto alla casa, una parola di cui si è perso il senso dietro le norme repressive e privative della libertà che si sono succedute. Per anni abbiamo subito le leggi del “decoro urbano”, spingendo sempre più ai margini coloro a cui il sistema non è riuscito a garantire nei suoi diritti di base. Un sistema che ha ridotto ai minimi termini il servizio alla persona: il servizio sanitario nazionale in primis, regalando milioni a privati a danno della tutela della salute pubblica e concedendo milioni alle forze dell’ordine. Le carceri continuano a  rappresentare insieme ai CPR le discariche in cui provare a nascondere le colpe dei Governi succedutisi nel tempo e dove il colpo è ancora più violento, come mostrano le proteste che in questi giorni si susseguono dopo l’ulteriore riduzione della libertà, con l’eliminazione dei colloqui con i parenti. Proteste che portano ad 8 morti per cause ancora da chiarire (pare un cocktail di psicofarmaci) e violente repressioni. In Iran si decide per l’amnistia, in Italia si aumentano le restrizioni! L’assistenza sanitaria precaria, il sovraffollamento nei luoghi di detenzione diventa flagello. Nei CPR, i luoghi della detenzione amministrativa degli stranieri senza permesso di soggiorno, l’assistenza sanitaria è pressoché assente, inesistente la cura alla persona, ignoti i tempi di trattenimento e di espulsione.  Molti CPR sono inagibili, come a Torino e Caltanissetta, e dovrebbero essere già stati chiusi. Negli ultimi giorni le persone recluse ci chiedono informazioni su come proteggersi dal virus. Sembra tra l’altro che siano accelerati i rimpatri, in un momento in cui queste persone dovrebbero essere rimesse tutte in libertà e ricevere adeguata informazione sui presidi sanitari necessari a tutelare sé e gli altri. Invece restano recluse in luoghi dove, molti in cui al momento, non è stata prevista sanificazione ed altri in cui è del tutto impossibile, perché in via di rifacimento, e dove rischiano di restare  a lungo ora che i confini sono stati chiusi. Reclusi in luoghi disumani, a tempo indeterminato, senza assistenza e privi di qualsiasi informativa su quanto sta accedendo, privati di ogni possibile diritto. Chiediamo l’immediata liberazione di tutti i reclusi nei CPR ed il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi di urgenza sanitaria, che permetta loro di tutelare la propria ed altrui salute Chiediamo la chiusura immediata e definitiva di tutti i CPR Chiediamo Amnistia subito per tutte le carceri.