Chiediamo alle città solidali italiane  di dare la loro disponibilità ad accogliere i profughi, cosi come han già fatto molti Comuni tedeschi e portoghesi
Quanto sta accadendo al confine tra Grecia e Turchia è inaccettabile e mette a rischio la vita e l’integrità di migliaia di persone. Più di 80 mila rifugiati, in fuga dagli ultimi attacchi feroci in Siria, hanno già attraversato la frontiera con l’Unione Europea.

Dopo averlo minacciato a più riprese, la bomba umanitaria lanciata dal presidente turco mette in ginocchio le Istituzioni Europee e chiede azioni più concrete in sostegno della Turchia. La ritorsione di Erdogan rischia di creare una crisi umanitaria senza precedenti, laddove i Paesi di confine stanno iniziando ad adottare delle misure di forte chiusura: la Bulgaria da un lato sta rafforzando i controlli, la Grecia dall’altra ha sospeso il diritto di asilo.

Ricordiamo che ad oggi ci sono circa tre milioni di migranti presenti in Turchia usati come preziosa moneta per gli interessi della fortezza Europa. Molti di loro provengono da Paesi come Siria, Iraq, Palestina, Afghanistan. Molti di loro avrebbero anche diritto ad ottenere il riconoscimento dello status di rifugiato, invece cercano di sopravvivere nei campi profughi sovraffollati e privi di qualsiasi tutela e protezione anche nei confronti delle categorie più deboli.

Oltre a questi, circa 2 milioni di profughi siriani in fuga dall’area di Idlib sostano al confine in attesa di poter essere accolti in Europa. Se le trattative tra Ankara e Bruxelles dovessero andare per le lunghe, alla completa inerzia degli europei, una folla di profughi rischia di rimanere bloccata negli insediamenti improvvisati in condizioni disumane, nella vana speranza di tentare strade alternative a quelle regolari, più pericolose, per poter accedere in altri paesi.

L’Europa continua a portare avanti accordi criminali pur di lavarsi le mani dei diritti umani che giornalmente calpesta e fa calpestare nella più totale indifferenza. Un abominio che va avanti come un tritacarne.

Da tempo gli attivisti, le ong ed i migranti bloccati in Grecia denunciano queste condizioni disumane nelle isole – quelle greche – e nei campi lager. L’Europa fa orecchie da mercante e scambia sangue e morte con il denaro. La salvaguardia delle persone resta solo in mano ai migranti stessi ed agli attivisti, violentemente attaccati dai movimenti nazisti e dalle polizie. Gli organismi europei continuano a giocare sui tavoli delle loro stanze.

Intanto vengono tenuti alla larga uomini donne e bambini ai confini di terra e mare con un dispiegamento di forze impressionante, violenze inaudite delle polizie di frontiere fino a uomini incappucciati in mare o che spingono via a pedate dai moli i profughi in arrivo. Un’immagine agghiacciante.

Questa crisi umanitaria ci interessa tutti e non possiamo in alcun modo voltare le spalle. Prendiamoci la responsabilità di quello che sta accadendo. Facciamo un appello di solidarietà alle città, ai comuni, alle organizzazioni e alle associazioni, per la richiesta di una immediata apertura di un corridoio umanitario che consenta l’accesso ai profughi attraverso vie regolari e sicure. Condanniamo fortemente l’accordo UE-Turchia, che finora ha avuto il solo risultato di relegare migliaia di persone in condizioni di forte disagio, pericolo e miseria. L’Europa è fallita al confine tra la Grecia e la Turchia.

La situazione potrebbe peggiorare, sempre più persone potrebbero mettersi in marcia aumentando la pressione ai confini; oppure imbattersi nella traversata marittima. Smettiamola di usare donne e bambini come merce di scambio, smettiamola di essere complici di questo braccio di ferro fatto sulla vita di persone innocenti. Facciamo pressione perché si apra il corridoio Umanitario e che la responsabilità venga ripartita tra tutti.