Munir ci chiama da Palazzo San Gervasio. E’ cittadino italiano di origini tunisine ed è di fronte al CPR dove aspetta il fratello, H., che sarebbe dovuto uscire oggi, così gli almeno aveva comunicato il precedente avvocato. Il fratello, tunisino con passaporto svedese (e relativa cittadinanza svedese), era stato arrestato a settembre appena sbarcato a Punta Raisi per una vacanza dal fratello: era stato accusato per associazione ai fini di terrorismo dalla Tunisia, che aveva chiesto l’estradizione. Dopo cinque mesi la Corte di Appello di Palermo riteneva infondata l’accusa contro H. (che era difeso dall’avvocatessa Maria Bianca Savona di Palermo), e negava quindi l’estradizione disponendo la scarcerazione. Dopo cinque mesi, alla scarcerazione dal carcere di Rossano Calabro, invece di essere liberato scompariva per alcune ore. Il Prefetto di Cosenza aveva deciso, del tutto immotivatamente (anzi facendo riferimento proprio e solo a quelle accuse infondate provenienti dalla Tunisia), di emettere un decreto di allontanamento verso la Svezia, poiché H. è anche cittadino svedese. H. quindi è stato tradotto al CPR di Palazzo San Gervasio, dove oggi il Tribunale ha convalidato il trattenimento, senza prendere in considerazione le argomentazioni della difesa (che dimostrava come il trattenimento fosse illegittimo) e senza tenere in considerazione le richieste di H. (che chiedeva solo di poter andare via volontariamente dopo aver trascorso alcuni giorni con il fratello, come pure la normativa sull’allontanamento dei cittadini dell’Unione Europea avrebbe consentito, avendo H. un posto dove stare per alcuni giorni e un fratello che lo avrebbe ospitato). H. si trova in un circolo mostruoso: recluso senza motivo al carcere di Rossano Calabro, poiché le accuse erano infondate, quindi ora nuovamente recluso in CPR quando dovrebbe essere finalmente cittadino libero. Munir  attende disperatamente fuori il CPR di poter parlare con il fratello e nel frattempo ha provato a parlare con la polizia del CPR per capire come stesse H., preoccupato per quest’ulteriore ingiustizia ai suoi danni.  Tutta la famiglia di H. è in Italia e potrebbe in questo momento essere con loro, invece è in un CPR e con un decreto di allontanamento verso la Svezia con il divieto di tornare in Italia per oltre 5 anni. “Ci sono persone che vivono guadagnando sulla gente povera. Non è giusto. Sono succhia sangue: si attaccano. Uno è già morto e ancora gli succhiano il sangue. Questo è il CPR”. Ci racconta intanto che un cittadino marocchino è stato liberato: “Sta da solo senza sapere dove andare e con una piccola valigia e non sa come muoversi da Palazzo San Gervasio. Ma come si fa a lasciare in strada una persona in questo modo?”. Continuano ad accadere cose impressionanti. Le istituzioni continuano a costruire detenzioni illegittime ed a devastare la vita delle persone. Come dice M. “a succhiare il sangue di chi si è già ucciso”. Siamo a fianco di M. e di H. e combatteremo per mettere fine a questo gioco feroce senza posa. BASTA CPR! Campagna LasciateCIEntrare