Dopo i recenti casi di morte all’interno di vari CPR italiani, abbiamo intervistato Alda Re di LasciateCIEntrare per cercare di capire un mondo che raramente riceve l’attenzione dei media. Sabato scorso, dopo la realizzazione di quest’intervista, è morto a Gradisca d’Isonzo, CPR aperto di recente, un migrante georgiano, le testimonianze sono inquietanti, speriamo che si giunga ad accertare davvero le cause della tragedia. I CPR (Centri di permanenza per il rimpatrio) sono luoghi nei quali vengono tenuti i migranti, le cui richieste d’asilo non sono state accolte, in attesa di essere rimpatriati nei paesi d’origine. Il governo prevede di aprire altri CPR. A Torino si terrà un presidio di tre giorni, dal  31 gennaio al 2 febbraio: https://www.facebook.com/events/3810520298961835/
I CPR sono pozzi neri. Luoghi in cui nascondere i migranti alla società, 
prima di rimpatriarli coercitivamente.
Luoghi in cui la mancanza di 
ogni diritto, incuria, sopraffazione e trattamenti inumani e degradanti, 
la fanno da padrone.

Nel cpr di Torino dal 9 luglio scorso, giorno in cui venne trovato morto 
Faisal
(abbandonato a sé stesso in una area chiamata ospedaletto che 
di fatto è un isolamento)
le proteste di chi vi è rinchiuso si susseguono 
senza sosta. I migranti si ribellano, legittimamente.

Non possono accettare di non valere nulla. 
Non possono accettare di ritornare indietro in un viaggio da cui
molti 
non sono neanche arrivati vivi.
I cpr vanno CHIUSI, TUTTI.

La logica segregazionista che agisce su base etnica, CANCELLATA.

Oggi il cpr di Torino, grazie proprio all agire di chi vi è rinchiuso, 
mostra una debolezza che va colta.
È REALISTICO pensare che 
quel maledetto luogo CHIUDA. 
Proprio per questo è convocata la 3 giorni.
Il 31 gennaio informazione 
per le vie di Torino su cosa è il cpr e sul degrado che infligge sui migranti.

Sabato 1 febbraio inizia il presidio che si protrarrà ininterrottamente 
fino a domenica 2 febbraio
(NOTTE COMPRESA). 
IL CPR DEVE CHIUDERE. 
SERVE LA OSTINATA CAPARBIETÀ DI 
TUTTI E DI OGNUNO.
CHIUDERE TUTTI I CPR. 
LIBERARE LE PERSONE. ANNULLARE I CONFINI CHE UCCIDONO.
Tratto da Pressenza