Per i migranti detenuti nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio far arrivare all’esterno le proprie voci è un compito arduo. Attorno ai famigerati ex CIE, in questi anni, è calata una cappa che ha reso questi nonluoghi sempre più invisibili.
Insieme alla proteste, agli scioperi della fame, alle bocche cucite, finanche agli atti di autolesionismo, testimoniare con gli audio e i video è rimasto uno dei pochi mezzi per denunciare come all’interno di quelle maledette gabbie i diritti basilari semplicemente non esistano. Ma far circolare queste informazioni non è facile: in alcuni CPR non è permesso avere il telefono, in altri viene rotta la telecamera al momento dell’ingresso. E poi ci sono quelli come Torino, dove il telefono è concesso, ma se testimoni e fornisci le prove degli abusi e dei soprusi a giornalisti e attivisti vieni trasferito, picchiato e zittito. Come accaduto a I. dopo l’ennesima morte evitabile (https://www.lasciatecientrare.it/diritti-calpestati-la-verita-zittita-dal-manganello/).
I CPR vanno immediatamente chiusi!
Montaggio video: Pettirouge prod. (https://www.facebook.com/Pettirouge.Prod)