Sono le 6 del mattino quando I. riesce a chiamarci. Nella notte è stato trasferito dal CPR di Torino a quello di Ponte Galeria (Roma).
Prima di farlo salire sul mezzo, gli sono state infilate le manette ai polsi e gli è stato sequestrato il cellulare. Trattamento che è riservato a chi è recluso in carcere, non a chi è sottoposto a detenzione amministrativa per non avere i documenti in regola.
Durante il trasferimento ha provato a farlo notare all’ispettore, chiedendo quantomeno la restituzione del telefono. In tutta risposta un agente gli ha assestato due manganellate, una alla schiena e l’altra alla parte superiore del cranio. Al suo arrivo a Ponte Galeria era una maschera di sangue, tanto che non è stato accolto nel CPR, ma subito trasferito all’ospedale “G.B. Grassi” di Ostia per le cure necessarie.
Dal referto si legge: trauma cranico dovuto a manganellate.
Ma non finisce qui. Arriva il momento del controllo del Certificato di idoneità alla permanenza nel CPR, che rappresenta il “lasciapassare” su cui viene scritto a chiare lettere che “tu lì dentro ci puoi stare, perchè non sei persona vulnerabile”. In assenza di questo, la detenzione è illegittima. Ebbene, quello di I. si scopre scaduto da ben 15 giorni e, quando il responsabile del CPR di Ponte Galeria lo viene a sapere, lo fa trasportare alla ASL di Fregene per nuove valutazioni.
Non è tuttavia un caso che I. sia stato spostato proprio a Ponte Galeria, visto che dava così tanto fastidio la sua determinazione e la costanza nel voler denunciare e testimoniare quanto avviene – e sta tuttora avvenendo – nel CPR di Torino, dove gli abusi sono all’ordine del giorno.
Troppo coraggioso, troppo ostinato perché lo si lasciasse semplicemente raccontare la verità.
Perché Ponte Galeria? Perché lì I. non può tenere un telefono e non è quindi raggiungibile; può soltanto chiamare con una scheda telefonica da un telefono cabina dentro il CPR.
Un segnale chiaro: STAI ZITTO!
Qualsiasi cosa accada lì I. non può raccontarlo, lo sa ed è per questo molto preoccupato, ma ciò non ha scalfito di un millimetro la sua determinazione. “Io ho fatto la cosa giusta e per questo vengo punito. Ma non mi importa, non si potevano tacere tante ingiustizie. Mi sento solo in colpa con chi mi vuole bene, che ora è preoccupato per me”.
L’avv. Gianluca Vitale, del Legal Team Italia, ha delegato i colleghi Stefano Greco e Gianluca Dicandia a seguire I. ed essi si sono recati oggi ad ascoltarlo nel CPR, preoccupati delle sue condizioni. Ne sono usciti dicendo “è una persona incredibile. Una determinazione rara ed una grande intelligenza e consapevolezza di cosa significa la parola diritto!”.
Come Campagna abbiamo inviato segnalazione al Garante Nazionale dei Detenuti perché attenzioni il caso. Benché si senta senza tutela, ciò che davvero lo garantisce è il suo coraggio e l’onesta intellettuale, un esempio per tutti noi!
MAI PIU’ CIE. Chiudiamo i CPR, lager di Stato!
Campagna LasciateCIEntrare, Legal Team Italia, Sportello Tuteliamoci Lab Puzzle