Continua l’arrivo di centinaia di persone ad Assamaka, città al confine tra Niger ed Algeria.
In queste ore sono arrivate diverse famiglie appartenenti alla tribù Idaksahak, composte da persone anziane, donne e bambini in fuga dalle violenze dei gruppi terroristi nell’area di Menaka al nord del Mali; qui Al Qaeda ed Isis uccidono chiunque incontrino sul loro cammino, bruciando i villaggi. L’Algeria è la via di fuga più vicina. E’ dal 2012 che in Mali si ripetono gli attacchi di Al Qaeda ed Isis, che hanno portato a migliaia di morti e di sfollati in cerca di protezione. Una situazione quella del Mali estremamente complessa e stratificata, figlia della questione tuareg e settentrionale, della caduta di Gheddafi e degli interessi sulle sue risorse e quelle dell’intero Sahel che devono fanno entrare questo territorio in uno dei tanti teatri di conflitto globali, come ben racconta il giornalista freelance Andrea De Georgio esperto di Sahel e che da anni vive in mali
Le famiglie sono stremate dalla lunga strada del deserto e dai respingimenti subiti. Giunti nella località algerina di N’Geuzam in cerca di protezione, i militari algerini gli avevano respinti nel deserto alla frontiera con il Niger senza acqua né alcun tipo di sostentamento.
La situazione è drammatica. In queste ore sono terribili i racconti delle donne: i militari algerini avrebbero abusato delle donne, aggiungendo all’abbandono nel deserto la feroce violenza sui loro corpi.
Su luogo sono presenti gruppi locali e le organizzazioni Coopi ed Oim.