di Yasmine Accardo – B. è un cittadino gambiano trattenuto al cpr di Gradisca di Isonzo. Da quando si trova lì ha frequenti crisi epilettiche. “Non ricordo mai nulla. Il mio corpo è posseduto. Mi ritrovo in ospedale e non capisco cosa è successo.” Come tanti giovani arrivati d’oltre mare, a causa delle difficoltà di rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari, lo sfruttamento costante del lavoro, l’assenza assoluta di orientamento socio sanitario, la precarietá abitativa, B. ha vissuto in Italia come uno scarto. Come Yusupha, morto carbonizzato nel ghetto di Rignano solo due giorni fa e subito dimenticato. B. non è morto carbonizzato, ma carbonizzato è il suo diritto alla cura e ad una vita dignitosa. Nel cpr di Gradisca di Isonzo, domenica scorsa, era a terra in piena crisi convulsiva, un tempo interminabile in cui i compagni di modulo chiamavano inutilmente l’assistenza. “Il medico non ci sta, come sempre”- ci dicono in molti. Un operatore è sopraggiunto a crisi finita e l’ha condotto in infermieria trascinato da due compagni. Dopo pochi minuti è tornato in cella tremante e si è rimesso sul suo letto. Ieri, in udienza di convalida ha avuto un’altra crisi, proprio di fronte al giudice e, dopo l’ospedale, è stato ricondotto al CPR ancora come uno scarto, con i cerotti dell’elettrocardiogramma ancora attaccati in petto. B. è considerato idoneo al trattenimento! Quale medico ha abiurato al suo dovere in nome del lager di Gradisca? I CPR sono lager utilizzati per devastare per sempre le vite di quelle persone che il sistema ha deciso di uccidere in modo diverso, ogni giorno. Lo fa con la burocrazia degli uffici “pubblici” e con le frontiere esterne. Lo fa con i CPR. In questi giorni roventi decine di proteste a Gradisca d’Isonzo hanno ancora una volta urlato che questi posti vanno distrutti per sempre. La risposta alle proteste é stato il solito giro di sguardi minacciosi e mazzate da parte delle forze dell’ordine. “Quando hai bisogno di aiuto, non li vedi mai. Quando devono portare via qualcuno arrivano in massa con scudi e manganelli”. Ieri sera a chi provava a filmare la situazione è stato “donato” un fracco di mazzate dai poliziotti giunti. Vite di scarto, che si possono violentare come si crede. Vite che non smettono mai di lottare nonostante tutto. B. come tutti gli altri va liberato ADESSO