Ammazzati a sangue freddo, mentre cercavano di scappare, disarmati, dal campo di concentramento per migranti di Ghot Shaal, a Tripoli. “L’incidente”, come lo ha definito la polizia libica, che è costato la vita a sei persone, è accaduto questa mattina quando alcune centinaia di migranti detenuti, per lo più provenienti dai Paesi sub sahariani, ha cercato di fuggire dal centro dove, secondo le parole del responsabile della missione dell’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim) in Libia, Federico Soda, che ha dato la notizia “sono detenuti in condizioni terribili e in un ambiente sovraffollato”. La polizia non ha esitato ad aprire il fuoco, ammazzando a sangue freddo sei persone.  Di seguito il video che la comunità sudanese ha inviato che documenta la fuga dei migranti.  Assieme al video, ci è stat inviata una lettera scritta da gruppo migranti attualmente bloccati in Libia da anni, “sopportando ogni sorta di violazioni, torture, estorsioni, coscrizione forzata, arresti e detenzioni arbitrari e uccisioni illegali” che chiede alla comunità africana di rompere il silenzio sui confini esternalizzati imposti dall’Europa nei loro Paesi. Vogliamo “viaggiare in tutti i paesi africani liberamente senza ostacoli – dicono -. Nessun bambino africano dovrebbe essere chiamato migrante nell’Unione africana e negli stati membri, abbiamo bisogno di pace, sicurezza, istruzione e infrastrutture”. “Tra queste persone c’erano bambini che sognavano di diventare medici, insegnanti, imprenditori, astronauti e piloti. Avevano sogni più grandi che sono stati sepolti con loro nel vasto Sahara, e quelli che sono sprofondati nelle profondità del Mar Mediterraneo sotto la sorveglianza dell’Unione Africana” E conclude: “I sogni muoiono senza vedere la luce” A questo link il documento completo