E’ una prova di muscoli e nervi quella di stamattina. Intorno alle 7 e mezza, infatti, è cominciato, un po’ annunciato, un po’ a sorpresa, lo sgombero del presidio Baobab di Roma. I blindati delle forze dell’ordine hanno iniziato molto presto le operazioni in piazzale Maslax, vicino alla stazione Tiburtina, dove erano ospitate oltre 150 persone, tra richiedenti asilo e titolari di protezione. Il comune, dopo la visita nei giorni scorsi dell’assessore alle Politiche sociali Laura Baldassarre, ha trovato una collocazione solo per 65 migranti (avevano detto 120 posti, lo riporta la stampa), lasciando per strada il resto delle persone (ovvero oltre un centinaio). In queste ore le volontarie e i volontari del presidio, insieme a numerosi cittadini accorsi, hanno cercato di opporsi allo sgombero, in mancanza di una reale soluzione di collocazione alternativa per queste persone. Il presidio del Baobab Experience era un importante punto di riferimento a Roma, e in questi anni, ha ospitato donne e uomini, bambine e bambini migranti ma anche italiani senza dimora. Una esperienza di accoglienza dal basso, nata per far fronte alle mancanze di Roma Capitale e del Viminale: una pesante assenza, quella istituzionale, che avrebbe dovuto garantire servizi, un posto dove dormire, del cibo. O più semplicemente dei diritti. Cosa mai avvenuta. E’ evidente che non basta e non serve sgomberare. Non in questo modo. Niente è cambiato da Piazza Indipendenza. La Campagna Lasciatecientrare esprime solidarietà e vicinanza al Baobab dinanzi a questo nuovo atto di forza. Non è praticando la violenza e imponendola che si possono trovare le soluzioni adeguate. Non è senza una prospettiva di una sistemazione abitativa alternativa che possono esser praticati gli sgomberi di questi contesti informali. Si tratta dell’ennesima dimostrazione della totale incapacità di far fronte alle questioni sociali, l’ennesima dimostrazione di forza contro i più vulnerabili. Ed è chiaro che senza misure concrete di welfare per tutte e tutti e senza alternative abitative per migranti e non, senza rispetto dei diritti della persona, si continua a parlare di sicurezza, mal celando una perpetua campagna elettorale sulla pelle degli “altri”. Questa non è politica. Questa non è sicurezza, ma destabilizzazione. E’ clima di paura. Restiamo in attesa di conoscere le sorti di queste persone. Accanto al Baobab.