Sabato 9 aprile, alle ore 10:30, presso piazza Sant’Antonio, ci ritroveremo nuovamente per esprimere il nostro sdegno contro il CPR di Macomer, per esprimere una solidarietà concreta con i migranti reclusi, attraverso la consegna delle schede telefoniche che abbiamo raccolto in questi mesi, e una solidarietà ideale con tutti i migranti che vengono quotidianamente vessati e discriminati dalle politiche razziste dei paesi ricchi.
L’invasione russa dell’Ucraina è l’ultimo atto di un conflitto che ci costringe ancora una volta a fare i conti con l’orrore della guerra, e con i legittimi bisogni di sicurezza e salvezza di un intero popolo costretto alla fuga dalle proprie case. In questi giorni la sacrosanta solidarietà verso i profughi provenienti dall’Ucraina è un sentimento unanime condiviso da tutto lo spettro politico-istituzionale, oltre che dalla gente comune. Purtroppo, questa giusta solidarietà incondizionata contrasta con l’atteggiamento tenuto sin’ora verso i profughi provenienti da altre aree di guerra, di persecuzioni politiche e di miseria.
Non è possibile non vedere l’ipocrisia e il doppio standard seguito verso i migranti provenienti dal mondo extra europeo: i migranti ancora adesso dispersi nei boschi al confine tra Polonia e Bielorussia, quelli dispersi ripetutamente nelle tendopoli intorno a Calais, quelli lasciati morire nel Mediterraneo, quelli rinchiusi nei campi di concentramento per migranti che in Italia si chiamano CPR. Uno di questi campi di concentramento sorge a Macomer.
Questo doppio standard, d’altronde, è quello che fino a ieri si teneva anche verso il popolo ucraino: le porte dei CPR si sono aperte innumerevoli volte per cittadini ucraini che non hanno ottenuto o hanno perso il permesso di soggiorno. Al sindaco di Macomer, che ha pubblicamente espresso la volontà di accogliere i profughi ucraini, facciamo presente che negli ultimi anni, benché nel Paese dell’Est Europa fosse già in corso un conflitto armato, centinaia di donne e uomini originari dell’Ucraina sono stati respinti ai confini italiani, rimpatriati e reclusi in condizioni lesive della dignità umana, senza avere commesso alcun reato, nei CPR, compreso quello del Comune da lui stesso amministrato.
L’Europa sta dimostrando chiaramente in queste settimane che se c’è la volontà politica di riconoscere dignità ai profughi, l’accoglienza non risulta un problema insormontabile. Per questo vogliamo che la solidarietà accordata agli ucraini si estenda agli altri popoli in fuga dalla guerra, dalla miseria, da governi brutali. In questi giorni, sulla nostra stampa, è tutto un chiamare alle armi in difesa dei “valori democratici”. Non uno che faccia autocritica su quanto questi valori siano stati calpestati, consunti, resi incomprensibili e sviliti dalle crescenti politiche razziste e coloniali di questi ultimi decenni portate avanti dai governi occidentali e dalla NATO. L’istituzione di campi di concentramento per migranti è un esempio lampante di questo svilimento dei valori democratici. Per questo ripetiamo ormai da anni che i CPR devono essere chiusi, e tra questi il CPR di Macomer.
Sabato 9 aprile troviamoci in piazza a Macomer per chiedere ancora una volta la chiusura del CPR ed esprimere solidarietà incondizionata ai migranti reclusi lì dentro. Una delegazione si avvicinerà al CPR per effettuare la consegna di schede telefoniche per i reclusi. Infatti, all’ingresso nel CPR, i telefoni cellulari vengono sottratti, con una pratica illegittima che isola le persone e rende difficoltose le comunicazioni con l’esterno. L’unico modo per comunicare è comprare schede telefoniche dall’ente gestore, così limitando il diritto di comunicazione a chi non ha sufficienti mezzi economici.
È un piccolo gesto, che vuole significare qualcosa di più grande: la necessità di invertire l’arretramento collettivo verso la peggiore barbarie, che da anni sembra inarrestabile, e oggi ci sta portando sull’orlo della catastrofe nucleare. I nostri campi di concentramento sono lì a ricordarci che la deriva verso il fascismo è un fatto reale che ci coinvolge in prima persona.
Per questo i CPR devono essere chiusi.
Cominciamo da Macomer!
Firmatari
Assemblea No CPR né a Macomer né altrove
Associazione Amicizia Sardegna Palestina
Campagna LasciateCIEntrare
Collettivo Eutopia – Democrazia Rivoluzionaria
Potere al Popolo Sardegna
Fridays for Future Cagliari
Sunugaal
Per adesioni scrivere a: nocprmacomer@distruzione.org
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