Nella città di Salerno si sta costruendo un clima di paura contro gli immigrati che costituisce un caso nazionale, considerando le prese di posizione istituzionale e la profondissima sproporzione che c’è tra la realtà, il racconto e le misure richieste. Il clima è stato particolarmente peggiorato dalle offese e calunnie che il Presidente della Regione Vincenzo De Luca, ex sindaco della città per oltre venti anni, ha rivolto in più occasioni a livello personale contro Daouda Niang, presidente dell’Associazione senegalesi di Salerno, impegnata, da oltre un anno, insieme alla locale comunità bangladese, in una lotta per ottenere spazi di vendita adeguati per le lavoratrici e lavoratori ambulanti. Il Presidente della Regione è stato protagonista di un’escalation nelle ultime settimane. Prima ha dichiarato  che “Vedo che c’è un rappresentante dei senegalesi che scrive sui social una serie di cose inattendibili”. Dopo pochi giorni ha detto che “quel pinguino che fa il rappresentante dei senegalesi e che parla come se fosse il nostro padrone dico che prima lo cacciamo dalla città e meglio facciamo”, iniziando a chiedere forze speciali di polizia in città al Ministro dell’Interno. Raggiungendo, poi, la vetta quando ha parlato del presidente dell’Associazione senegalesi di Salerno come di “un mezzo camorrista, che viene e parla a tu per tu”, rappresentando una città in cui “c’è la presenza di centinaia di immigrati che pretendono di occupare militarmente il lungomare della città, e di vendere prodotti contraffatti anche sul corso, fuori da ogni regola”. Una rappresentazione che non trova alcun riscontro concreto, utile solo a fare propaganda contro gli stranieri, sfruttando il racconto dominante che addossa tutte le colpe dei problemi sociali crescenti alle persone immigrate, specialmente se nere. Queste prese di posizione, dall’alto di un’istituzione rilevante come la Presidenza della Regione Campania, ci preoccupano moltissimo. Se importanti cariche pubbliche riducono la loro azione all’offesa e alla diffamazione, tra l’altro su base discriminatoria, vuol dire che le istituzioni non hanno più capacità di affrontare i problemi collettivi, dalla disoccupazione e precarietà di massa ai processi di impoverimento, e hanno bisogno per sopravvivere di creare capri espiatori contro i quali cercare di indirizzare l’attenzione pubblica, soprattutto di chi sta pagando la crisi da anni. Di fronte a questa strategia fondata sulla criminalizzazione dei migranti, specialmente di quelli che si organizzano per rivendicare i diritti, non si può stare zitti. Per questo siamo vicini a quanti nella città di Salerno si sono già mobilitati insieme alle lavoratrici ed ai lavoratori senegalesi e bangladesi in lotta. Per questo esprimiamo la piena vicinanza a Daouda Niang, per gli attacchi inaccettabili e il tentativo diffamatorio (evidentemente, non riuscito) agito contro la sua persona da parte del Presidente della Regione. Per questo invitiamo quanti a livello non solo locale, ma anche nazionale, sono attivi nella pratica antirazzista e per la giustizia sociale a esprimere concretamente la solidarietà alla lotta in corso a Salerno e, ripetiamo, anche personalmente a Daouda Niang. La storia delle lotte per la liberazione e la giustizia ci ha insegnato che nessuna persona, attiva nei percorsi di mobilitazione, deve essere lasciata sola. In questo senso, vale sicuramente per noi quanto il movimento femminista mondiale sta rivendicando: non una persona di meno! Campagna LasciateCIEntrare