Said Zigoui, marocchino di 44 anni, detenuto nel CPT di Lamezia Terme (CZ), muore il 12.01.2005 nell’ospedale di Messina.
Nel novembre 2004, Said Zigoui aveva appena finito di scontare una pena di 5 anni nel carcere di Frosinone. Come accade quasi in automatico, le persone straniere che hanno commesso reati in materia di stupefacenti, una volta scarcerate non sono persone libere, ma vengono considerate pericolose socialmente e indesiderate dall’Italia. Devono essere emarginate dalla società per essere espulse, quindi portate direttamente in un centro per il rimpatrio.
Said finì nel CPT di Lamezia Terme (Calabria), gestito dalla cooperativa “Malgrado Tutto”.
La famiglia di Said, che si trovava a oltre 1500 chilometri di distanza, a Quinto Vercellese, riceveva spesso sue chiamate. Soffriva per questa nuova detenzione. Il CPT è peggio del carcere!
Il 7 dicembre 2004 Said accusava forti dolori addominali e, dopo una radiografia, venne ricoverato all’Ospedale civico di Lamezia Terme. Non si conoscono le cause ma è probabile che avesse ingerito qualcosa, forse lamette.
Said era ricoverato e temeva di dover tornare nel CPT. Il 9 gennaio pare essersi buttato dalla finestra al secondo piano dell’ospedale. Riportò gravi danni celebrali e lesioni interne.
Venne trasferito con un elicottero in Sicilia, nel reparto di rianimazione del Policlinico Universitario di Messina, era in coma quasi irreversibile. La sua condizione era disperata, non era possibile intervenire chirurgicamente.
Il cuore di Said cessò di battere qualche giorno più tardi, mercoledì 12 gennaio alle 13:45.
La moglie arrivò con il figlioletto all’ospedale siciliano solo qualche ora più tardi, pensava che il marito stesse male, ma l’attendeva una terribile scoperta. Era arrivata troppo tardi, Said era morto.
Gli avvocati della famiglia chiesero che venissero effettuati gli esami autoptico e tossicologico per fare chiarezza.
L’autopsia venne eseguita dopo qualche giorno (la mattina del 14 gennaio) ma ancora oggi non ne conosciamo l’esito, tantomeno quello delle indagini che seguirono questa tragedia annunciata.
Le condizioni indecenti in cui era gestito il CPT di Lamezia Terme e le violazioni perpetrate ai danni dei detenuti erano note da tempo. Il Centro era già stato oggetto di numerose denunce da parte di associazioni e attivisti (Forum dei Diritti, Associazione Multietnica “La Kasbah” di Cosenza, CSOA Angelina Cartella, Libera Associazione di Idee, Associazione BAOBAB, Piana Social Forum, Radio “Ciroma”, Tirreno Social Forum, Comunità Kurda Calabrese, Dipartimento Migranti PRC Cosenza, ARCI Lamezia, Filo Rosso, Confederazione Cobas Cosenza) che portarono di un esposto alla Procura di Lamezia Terme da parte di un parlamentare nel 2004.
Ormai divenuto CIE, venne chiuso solo nel 2012. Al suo posto aprì un centro di accoglienza che ha continuato a essere gestito dalla “Malgrado tutto”.