LasciateCIEntrare, Libera e Cittadinanzattiva hanno avuto un incontro con il Sottosegretario con delega all’Immigrazione Domenico Manzione presso gli uffici del Ministero dell’Interno.

Dopo la consegna dei rapporti “Accogliere, la vera emergenza” e “InCAStrati” già presentati alla stampa il 25 febbraio scorso, sono state evidenziate le numerose criticità riscontrate in un anno di accessi e visite nei CIE, CARA e CAS. Abbiamo posto in primo piano i problemi connessi alle infinite inadeguatezze del sistema di accoglienza emergenziale che si realizza nei CAS, le difficoltà riscontrate anche nel poter mappare il territorio nazionale per poter conoscere dove i centri sono ubicati, sotto quali enti gestori, in quali condizioni si trovano gli ospiti e gli operatori.

Abbiamo quindi evidenziato la scarsa disponibilità a collaborare da parte delle prefetture, l’opacità e l’assenza inaccettabile di trasparenza entro cui è definito questo regime di accoglienza, le numerose inchieste aperte in seguito a violazioni tanto di ordine economico nella gestione, quanto nel rispetto dei diritti delle persone ospitate. A seguito di puntuali segnalazioni della campagna agli organi competenti alcuni centri sono stati poi chiusi. Il quadro che abbiamo delineato è quello di un’assenza totale di controllo che si evidenzia non solo nei casi di comprovato sovraffollamento o vulnerabilità non tutelata ma anche nel fatto che dopo le tante inchieste aperte ed in atto, gli stessi soggetti inquisiti continuino a risultare assegnatari di appalti. Alcuni dei Centri visitati dalla campagna sono spesso ubicati in aree a forte incidenza criminale, addirittura funzionali allo sfruttamento lavorativo delle persone accolte, in cui poco o nulla si è fatto per garantire i minori come le donne soggette alla tratta.

Abbiamo chiesto che si definiscano percorsi per abbandonare la condizione di emergenzialità facendo si che siano i Comuni, attraverso i progetti SPRAR, a potere gestire e controllare l’accoglienza, incanalandola in un circuito virtuoso e sistemico perché l’accoglienza non può che realizzarsi in un contesto di sistema.

È stata ribadita la necessità di superare la logica dei CIE, di fronte alla minaccia del loro ampliamento e di considerare urgente poter avere accesso nei nuovi centri e al sistema degli Hotspot che in quanto tale ci risulta privo di qualsiasi garanzia per le persone che vi finiscono. In tale quadro abbiamo chiesto conto dei trattenimenti prolungati anche ai danni di minori a Pozzallo (Rg), e a Lampedusa come a Taranto, cercando di sapere su quali basi legali questi pratiche e centri facciano riferimento. Così come l’utilizzo dell’uso della forza o delle “minacce” per l’ottenimento delle impronte digitali deve assolutamente essere condannato e denunciato nella maniera più assoluta.

Sappiamo che dopo la circolare ministeriale dell’8 gennaio scorso i respingimenti adottati dai questori sono diminuiti ma non sono cessati del tutto e abbiamo domandato se – facendo riferimento anche a recenti denunce ASGI – tutti abbiano avuto poi diritto all’informazione e alla possibilità di chiedere asilo.

Abbiamo parlato della nostra preoccupazione relativa ai percorsi di relocation – che contempleranno solo persone provenienti da poche nazioni – e del rischio che il sistema di esclusione determinato dall’ampliamento della lista dei “paesi sicuri” rischi di produrre esclusivamente irregolarità e rimpatri forzati – pochi saranno gli assistiti – ma soprattutto lasceranno numerose persone in condizioni di limbo giuridico e senza nessun tipo di tutela e assistenza.

È stata da noi avanzata una proposta di organizzazione di “Stati generali dell’accoglienza” per ridefinire in maniera collegiale sia le buone pratiche sia un sistema che, finché resta come ora, non potrà che produrre abusi, discrezionalità, spesso malaffare.

Altra questione su cui abbiamo ritenuto doveroso intervenire è quella dell’operato di alcune commissioni per la richiesta di asilo che continuano a diniegare anche casi eclatanti che vengono poi, solo al ricorso, totalmente ribaltate ma che nel frattempo creano profondo disagio per i richiedenti aumentando invece le fatture percepite degli enti gestori.

Il sottosegretario ha fatto presenti le numerose difficoltà insite nel lavoro delle prefetture, per poter controllare con puntualità il funzionamento dei CAS. Questo nonostante tali controlli – come abbiamo precisato – non siano una opzione ma previsti in termini di legge.

Si è ritrovato d’accordo nella necessità di poter coinvolgere più direttamente i Comuni nei percorsi di accoglienza, tramite i progetti Sprar, anche attraverso bandi aperti, ma ha evidenziato come molti Comuni si dimostrino refrattari a tale pratica e poco propensi all’assunzione di simili impegni. In tale prospettiva diviene fondamentale un accordo con l’ANCI per favorire una più efficiente distribuzione geografica delle strutture di accoglienza grazie anche ad un sistema di incentivazione che premi le amministrazioni locali disponibili ad ospitare progetti SPRAR.

È ritenuto fondamentale uscire dalla logica dell’emergenza, riconoscendo il peso delle criticità che sono state discusse e sulle quali la campagna continuerà il proprio monitoraggio, ma sapendo che tutto potrà maturare esclusivamente se ognuno degli attori locali, nazionali ed europei faranno la propria parte.

Per quanto riguarda le questioni CIE (annunciato l’ampliamento fino a 1500 posti) e Hotspot, il Sottosegretario Manzione ha ribadito come l’identificazione delle persone è indispensabile in quanto richiesto dall’Europa per poter garantire la redistribuzione dei richiedenti asilo e che su tale sistema è “entrano in gioco questioni di sicurezza e di ordine pubblico”. Ha inoltre confermato l’impegno a facilitare l’accesso ai dati relativi al sistema CAS.

Ritenendo interessante la proposta di indire degli “Stati generali sull’Immigrazione” si è poi dichiarato a disposizione tanto per chiarire alcuni elementi di carattere particolare emersi durante gli interventi – fra questi alcuni casi emersi sui costi dei permessi di soggiorno – e a programmare un ulteriore incontro avendo al centro la questione dei minori stranieri non accompagnati.

Nel pomeriggio, la Campagna LasciateCIEntrare, ha incontrato il senatore Luigi Manconi per consegnare anche a lui, in qualità di Presidente del Commissione Straordinaria del Senato per i diritti umani, copie dei rapporti pubblicati.

 

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