Fermiamo i crimini contro l’umanità, non le navi umanitarie! Da alcuni giorni nel porto di Reggio Calabria la Sea Watch3 è sottoposta al fermo amministrativo. L’accusa: aver salvato troppo vite (!). Il provvedimento di fermo amministrativo adottato dalle autorita’ italiane giunge a pochi giorni dalle elezioni, e costituisce il suggello delle politiche ipocrite di militarizzazione delle frontiere, di ritiro dei mezzi di soccorso dal Mefiterraneo centrale e di sostanziale chiusura verso chi fuggiva dalla Libia. Politiche adottate dai diversi governi nei quali al Viminale e ‘rimasta la ministra Lamorgese responsabile nel 2020 di un decreto che consentiva la chiusura dei porti e prevedeva il ricorso a navi quarantena. Governi che in piena continuita’ hanno utilizzato tutti gli espedienti per rallentare le attività di soccorso delle Ong, che hanno mantenuto gli accordi con la sedicente Guardia costiera libica, che si sono caratterizzati per il costante supporto alle peggiori politiche dell’Unione Europea, quando si trattava di adottare misure di sbarramento e di respingimento nei confronti dei migranti e dei potenziali richiedenti asilo. Non sono bastate neppure importanti decisioni della Corte di Cassazione e della Corte di Giustizia dell’Unione Europea per imporre alle autorità italiane il pieno e tempestivo rispetto degli obblighi di ricerca e salvataggio (Sar) stabiliti dalle Convenzioni internazionali. Da anni denunciamo le responsabilità di Frontex nelle politiche di respingimento ,dalla rotta balcanica a Ceuta, dal Canale di Sicilia alla Polonia.Con i terribili venti di guerra che soffiano nel cuore dell’Europa si investono preziose risorse per aumentare la costruzione e l’uso di strumenti di morte militarizzando le frontiere. Le navi umanitarie delle Ong sono l’ultimo baluardo d’umanità rimasto nel gigantesco cimitero che è diventato il Mediterraneo. Le autorità continuano a criminalizzare chi salva e chi si oppone ai muri, impongono controlli arbitrari in totale abuso di potere, tacciono di fronte ai naufragi, come l’ultimo di fronte alle coste della siria, con oltre 80 morti. Costruiamo una rete euro-mediterranea di Solidarietà e di degna accoglienza, contribuendo ad un’alternativa dal basso alle micidiali politiche della Fortezza Europa. C’impegniamo a partecipare alla campagna contro il rinnovo del vergognoso Memorandum Italia-Libia ed alle iniziative che si articoleranno il prossimo ottobre. Facciamo nostre le parole di Johannes Bayer, membro del consiglio di Sea-Watch, conclude: “Poco prima delle elezioni generali, le autorità italiane stanno intensificando la criminalizzazione della migrazione e il salvataggio civile in mare. Stanno ancora una volta cercando di impedirci di sostenere il diritto delle persone alla sicurezza e alla vita usando metodi assurdi. Ma non ci riusciranno perché continueremo il nostro lavoro e combatteremo più duramente che mai”. Siamo tutti complici con le navi umanitarie: Noi vi accusiamo! Lasciatele andare a salvare vite umane: Giù le mani dalla Sea Watch! 25 settembre 2022 ADIF,CarovaneMigranti, LasciateCientrare, Rete Antirazzista Catanese