di Francesca Mazzuzi– A contendersi l’appalto per la gestione del Centro di rimpatrio sardo per il triennio 2024-2026, per il valore di 8.089.726,50 euro, tre operatori economici, due dei quali presenze ormai note tra le ditte che traggono profitto dalla privazione della libertà personale degli stranieri in Italia.
Con decreto prefettizio del 23 luglio 2024 (n. 0043075) è stata approvata la graduatoria che vede al primo posto la Cooperativa Officine Sociali, al secondo la Cooperativa Sociale “Sorriso” e al terzo Ekene cooperativa sociale onlus. Quest’ultima gestisce il CPR di Macomer dal marzo 2022, attualmente in proroga fino a settembre 2024 e dal 2019 (come Edeco) il CPR di Gradisca d’Isonzo.
L’aggiudicazione in favore della siciliana Officine Sociali acquisterà piena efficacia dopo le ultime verifiche. Inizialmente l’offerta presentata è stata ritenuta “anormalmente bassa”, in particolare riguardo i costi del personale, ma la Prefettura di Nuoro ha ritenuto le giustificazioni fornite dalla cooperativa adeguatamente motivate, confermando la graduatoria provvisoria. Questo stesso motivo, ovvero la presentazione di offerta eccessivamente bassa, aveva già causato l’esclusione di Officine Sociali dalla gara per la gestione del CPR di Ponte Galeria a Roma nel 2021 e di quello di Caltanissetta nel 2022. Sempre nelle stesso anno è stata esclusa dalla gara di affidamento delCPR di Trapani-Milo*, dell’Hotspot di Pozzallo e nel 2023 da quella del CPR di Bari Palese. In quest’ultimo caso, oltre a un eccesso di ribasso dell’offerta, sono state fatte valere le esclusioni dai precedenti bandi di gara come motivo di inaffidabilità, per di più era stata rilevata la presenza di un ex rappresentante legale e amministratore di Officine come socio di una ditta subappaltatrice per la fornitura del serizio dei pasti per i detenuti del CPR che, sia in quel caso sia in precedenza, aveva omesso di dichiarare reati contro la pubblica amministrazione a suo carico.
Nel 2023 Officine Sociali gestisce l’hotspot di Taranto, si aggiudica l’affidamento del CPR di Palazzo San Gervasio a Potenza, subentrando a Engel-Martinina, mentre, come fatto emergere da un’inchiesta giornalistica di Altreconomia, per la gestione del Cpr di Gradisca d’Isonzo e per quello di Torino le due ditte hanno unito le forze, presentandosi insieme.
Al lungo curriculum di Officine Sociali si aggiunge anche la partecipazione – vinta poi da Medishospes – insieme ai noti Consorzio Hera e Medihospes, all’appalto per la gestione dei Centri per il rimpatrio che l’attuale governo intende aprire in Albania, per un appalto che supera i 150 milioni di euro per quattro anni.
La gara per l’affidamento dei servizi di funzionamento del CPR di Macomer mostra ancora una volta come gli interessi economici continuino a prevalere sulla tutela dei diritti, soprattutto di soggetti disumanizzati come gli stranieri, per di più con la colpa di non avere un documento in regola.
Dovremmo chiederci come mai ditte con simili curricula continuino ad aggiudicarsi bandi milionari, ma è evidente come la loro presenza e persistenza nel mercato dell’accoglienza dei migranti e della detenzione amministrativa per gli stranieri sia perfettamente funzionale allo scopo per cui le strutture di cui parliamo sono state create: segregare, ghettizzare, isolare, opprimere, punire.
* La Prefettura di Siracusa non aveva rinnovato il contratto per la gestione del CAS “Casa Freedom” a causa di “varie difformità accertate, che sono state oggetto di specifici procedimenti sanzionatori” tanto da far perdere a Officine Sociali il requistito di “affidabilità”.