Nelle ultime settimane, tramite comunicati, interviste ed articoli apparsi sui principali quotidiani locali, il Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, e il Sindaco di Bolzano, Renzo Caramaschi, hanno rilasciato dichiarazioni allarmistiche riguardo i richiedenti protezione internazionale che, nei prossimi mesi, forse riceveranno un diniego e si troveranno, conseguentemente, fuori dal circuito dell’accoglienza.
Dichiarazioni che hanno inoltre creato confusione attorno alla situazione delle persone richiedenti asilo che, nonostante abbiano quasi tutte diritto a ricevere – come da dettato di legge – accoglienza in un centro dedicato, di fatto devono dormire in strada o al Centro emergenza freddo (dove rappresentano anche il 58% delle presenze totali, come peraltro già fatto rilevare a gennaio), e che sono state erroneamente definite come “irregolari” che “non possiedono alcun titolo di assistenza”.
L’idea che queste persone, perché di persone si tratta, potrebbero mettere a rischio la sicurezza pubblica per la loro semplice presenza o per una irregolarità nel soggiorno è un ragionamento politico che vuole criminalizzare le persone in base allo status giuridico e non in base a reati commessi.
Queste dichiarazioni allarmistiche e la volontà di affermare “regole chiare per i rimpatri” sono state avallate anche dal governatore del Trentino Ugo Rossi ed esposte da Kompatscher il 10 maggio 2018 a Roma alla Conferenza delle Regioni.
Come gruppi e associazioni che operano sul territorio regionale chiediamo di continuare a lavorare su politiche basate sul rispetto dei diritti umani e su politiche sociali e di accoglienza che favoriscano un’effettiva inclusione sociale di persone comunque presenti sul territorio da anni. Politiche, quindi, che sostengano un accompagnamento sociale che dia strumenti per prevenire la caduta nella marginalità in tutte le sue forme e sfaccettature.
In ogni caso, l’ipotesi ventilata di aprire un Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR), o centro di espulsione, non può essere considerata come una soluzione praticabile. Questi centri non sono altro che luoghi di controllo e segregazione di essere umani, i quali hanno come unica “colpa” quella di essere privi di titolo di soggiorno. Anche se buona parte dell’opinione pubblica, condizionata e impaurita da campagne mediatiche mistificatorie, giustifica ed accetta tutto questo, considerandolo come il male minore, noi invece vogliamo continuare a sostenere i valori dell’accoglienza e della solidarietà tra persone e la necessità di ripensare le politiche nazionali ed europee in tema di immigrazione per allargare il diritto fondamentale alla libera circolazione anche ai cittadini non comunitari.
Sosteniamo, perciò, l’emersione dal “soggiorno in nero” con un’interpretazione estensiva del diritto come proposto dall’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) con l’introduzione di “un meccanismo di regolarizzazione per ogni singolo cittadino straniero già presente in Italia che dimostri lo svolgimento di un’attività lavorativa o importanti legami familiari o affettivi”.
Allo stesso tempo sosterremo tutte quelle campagne finalizzate al riconoscimento della condizione di soggiornante come fonte del diritto di restare e di regolarizzare la propria posizione con il conseguimento del permesso di soggiorno, anche umanitario, come tra l’altro previsto all’art 5, comma 6 del Testo Unico Immigrazione.
Proponenti:
SOS Bozen; Antenne Migranti; Collettivo Mamadou (Bolzano)
Aderiscono: (per aderire scrivere a: sosbozen@gmail.comQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. E’ necessario abilitare JavaScript per vederlo. )
Campagna LasciateCIEntrare; Progetto Melting Pot Europa; Centro sociale Bruno (Trento)
in aggiornamento…