Il 2 febbraio scorso il Governo italiano ha concluso un vergognoso memorandum con il Governo di riconciliazione libico, il cui unico obiettivo è di fermare il flusso di persone che, in fuga dalle guerre e dalla povertà, tentano di raggiungere l’Europa.

Grazie a questo accordo, che richiama espressamente quello del 2008 tra l’Italia di Berlusconi e la Libia di Gheddafi, si sancisce la “predisposizione di campi di accoglienza temporanei in Libia, sotto l’esclusivo controllo del Ministero dell’Interno libico”; campi che non servono a garantire il diritto di asilo a chi ne abbia diritto – nell’intero documento i termini “rifugiati” o “diritto di asilo” non compaiono neppure una volta, benchè molti dei migranti presenti in Libia fuggano da Paesi in guerra o da dittature e vogliano chiedere protezione – ma solo a concentrare i migranti “in attesa del rimpatrio o del rientro volontario nei propri cittadini ovvero sottoscrivendo con questi paesi accordi in merito”.

La Libia è paese che non ha aderito alla Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati; il trattamento riservato ai migranti (nelle tante carceri dove vengono ristretti o nei centri più o meno ufficiali nei quali vengono concentrati e probabilmente anche nei campi di accoglienza indicati nell’accordo) è contrario ad ogni più elementare senso di umanità e non può che essere definito tortura e trattamento inumano e degradante. Esternalizzare la politica di concentramento dei migranti in siffatto paese significa concorrere ed essere corresponsabili dei gravissimi crimini – che ben possono essere qualificati crimini contro l’umanità – che in tale paese vengono commessi dalle Autorità o con il loro tacito consenso.

Così come proseguire con la politica di accordi di riammissione con governi dittatoriali quali quello sudanese (accordo di agosto, in base al quale si consente addirittura che vengano inviate in Sudan persone senza che sia stata effettuata alcuna procedura di identificazione, demandando alle autorità sudanesi in tale Paese ogni procedura, in assoluto spregio del diritto di asilo e dei più elementari principi in materia di privazione della libertà personale ed espulsione) o quello  nigeriano (accordi in ossequio ai quali  pochi giorni fa il ministero dell'interno ha ordinato  a varie questure italiane di procedere – d'intesa con l'ambasciata nigeriana – al rintraccio e  alla cattura di un certo numero di nigeriani ai fini del loro rimpatrio) significa sacrificare sull’altare delle politiche populiste di guerra all’immigrazione i diritti umani e le vite di centinaia di persone. Sono le centinaia di persone morte nel tentativo di raggiungere una fortezza europea sempre più chiusa ad indurre a parlare di guerra all’immigrazione, e di evitare eufemismi come “contrasto”.

Il Legal Team Italia si associa alle voci di chi condanna con fermezza questi ed altri accordi criminali, come l’ASGI, e si appella per una decisa mobilitazione delle coscienze, individuali e collettive, per la difesa della democrazia e dei diritti in Italia e in Europa.

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